ARTE E CULTURA
Ritrovati i resti di uno scheletro umano preistorico: potrebbe avere addirittura 3000 anni
Nell’altipiano delle Cariadeghe a Serle, nella zona di Brescia in Italia, gli speleologi hanno portato alla luce un reperto di inestimabile valore: un antico scheletro perfettamente conservato, di una donna vissuta durante l'età del Ferro, tra il X e il VI a.C.
La donna, chiamata Masha, è stata ritrovata in una grotta a 12 metri di profondità, in una enorme cavità probabilmente utilizzata come luogo per il letargo degli animali. Assieme alla donna, infatti, sono stati trovati anche resti di un orso estinto da ormai 30.000 anni.
L’altipiano delle Cariadeghe era già salito pochi mesi fa al favore delle cronache dato che vari gruppi di speleologi erano intenti a compiere spedizioni per cercare l'acqua all'interno della zona, nel suo complesso di caverne sotterranee inesplorate, e anche un modo per utilizzare quest'acqua, che risolverebbe un bel po' dei problemi idrici della regione.
Ritrovato in Italia uno scheletro umano risalente alla età del Ferro
Nell’altipiano delle Cariadeghe a Serle, nella zona di Brescia in Italia, gli speleologi hanno portato alla luce un reperto di inestimabile valore: un antico scheletro perfettamente conservato, di una donna vissuta durante l'età del Ferro, tra il X e il VI a.C.
Il luogo del ritrovamento
L’altipiano delle Cariadeghe, nei pressi di Brescia, in Lombardia (non lontano da Milano, ndr) era già salito pochi mesi fa al favore delle cronache dato che vari gruppi di speleologi erano intenti a compiere spedizioni per cercare l'acqua all'interno della zona, nel suo complesso di caverne sotterranee inesplorate, e anche un modo per utilizzare quest'acqua, che risolverebbe un bel po' dei problemi idrici della regione.
Gli autori del ritrovamento
Lo scheletro di Masha è stato ritrovato il 19 dicembre 2021 dagli speleologi Nicolò Falgari, Vincenza Franchini, Stefano Maccabiani e Massimo Pozzo dei gruppi Underland, Gruppo grotte Alto Garda Bresciano e Gruppo grotte Brescia, impegnati nell'esplorazione di una nuova grotta in località Boca del Züf, sull'altopiano.
Il mistero che circonda Masha
Si sa per certo che questa donna non è morta di cause naturali. Prima di tutto questo luogo non era utilizzato per i rituali funebri, e indosso alla donna non è stato trovato alcun ornamento e nessun segno che possa essere, al tempo, stata sepolta. Probabilmente, infatti, Masha era finita nella grotta cadendo dallo stesso punto dal quale sono entrati gli speleologi. Rimarrà per sempre un mistero se sia caduta per errore o se, ancora peggio, sia stata spinta e buttata giù di proposito.
Le indagini sui resti della donna
Dato che non aveva niente che potesse indicare il periodo della sua morte, è stata necessaria una poderosa indagine che ha coinvolto vari istituti. Nello specifico,un team di esperti composto dalle archeologhe della Soprintendenza Cristina Longhi e Serena Solano, dall'archeologo Marco Tremari, dall'antropologo Omar Larentis, coordinatore del centro di osteoarcheologia e paleopatologia della Università della Insubria lo hanno studiato approfonditamente. Ci sono stati rilievi, fotogrammetrie in 3D, tracce e reperti e tanto altro: lo scheletro di Masha è stato portato prima all'ateneo di Varese e poi all'Università di Trento, dove si trova ancora oggi. Non prima, però, di aver inviato un campione al centro europeo di Mannheim, Germania, per la datazione con il carbonio 14.
Cosa si sa di Masha
Stando a tutte le analisi compiute, la donna dovrebbe essere vissuta tra il X e il VI secolo a.C., ovvero nel corso della prima età del Ferro. La sua età al momento del decesso è stata stimata tra i 35 e i 55 anni, e si trovava in un buono stato di salute. È stata inoltre confermata la morte causata da fratture a cranio e collo, per la brusca caduta dall'imbocco della grotta su uno sperone di roccia.
I resti di un ursus spelaeus
All'interno della caverna, di 38 metri per 8, sono stati ritrovati anche i resti di un ursus spelaeus, un antico orso delle caverne estinto da quasi 30.000 anni. L'orso delle caverne si estinse durante l'ultima glaciazione del Pleistocene, senza lasciare discendenti. Alcuni studi compiuti su una gran quantità di ossa di orso delle caverne sembrano suggerire che una delle possibili cause dell'estinzione di questo grande mammifero possano essere state le frequenti patologie dentarie e della bocca.
I dettagli svelati questa sera
I dettagli del ritrovamento saranno svelati questa sera, mercoledì 31 maggio 2023 nella municipio di Serle in presenza di tutti i protagonisti dell'incredibile vicenda. “Ci siamo attivati fin da subito, nella massima collaborazione con speleologi e Soprintendenza: un bel gioco di squadra, un lavoro serio e professionale. Ora vogliamo che anche i nostri cittadini conoscano la storia”, dice Oscar Benedetti, assessore del Comune dove è stata ritrovata la donna.
Masha il nome dato alla donna misteriosa
La donna, chiamata Masha, è stata ritrovata in una grotta a 12 metri di profondità, in una enorme cavità probabilmente utilizzata come luogo per il letargo degli animali. Assieme alla donna, infatti, sono stati trovati anche resti di un orso estinto da ormai 30.000 anni. Proprio per la vicinanza coi resti di questo animale, allo scheletro della donna è stato dato il nome Masha (Masha &Orso è infatti un noto cartone animato per bambini).
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