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Cambiamento climatico, l'umanità è in ritardo: i numeri che fotografano la situazione
In questo periodo l'Unione Europea è concentrata sulla difficile sfida del cambiamento climatico, e della necessità di contrastarla se si vuole garantire la sopravvivenza al genere umano. Quello che emerge dalla sintesi finale degli studi sul clima del IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, è che siamo già in ritardo rispetto agli obiettivi.
Bisogna insomma agire subito, ora che è stato provato, oltre ogni ragionevole dubbio, che il cambiamento climatico è stato causato dall'uomo, dal suo delirante sfruttamento dei territori, dal modo di vivere consumistico e innaturale e dal larghissime impiego di fonti di energia fossile e dannosa.
Ma come capire esattamente quanto siamo in ritardo nella sfida al cambiamento climatico? Dal rapporto emergono questi numeri, che inquadrano benissimo l'attuale situazione, e la fretta che dobbiamo avere per cambiare le cose, obbligatoriamente, nel corso di questo decennio.
Cambiamento climatico, l'umanità è in ritardo: i numeri che fotografano la situazione
In questo periodo l'Unione Europea è concentrata sulla difficile sfida del cambiamento climatico, e della necessità di contrastarla se si vuole garantire la sopravvivenza al genere umano. Quello che emerge dalla sintesi finale degli studi sul clima dell'IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite, è che siamo già in ritardo rispetto agli obiettivi. Bisogna insomma agire subito, ora che è stato provato, oltre ogni ragionevole dubbio, che il cambiamento climatico è stato causato dall'uomo, dal suo delirante sfruttamento dei territori, dal modo di vivere consumistico e innaturale e dal larghissime impiego di fonti di energia fossile e dannosa. Ma come capire esattamente quanto siamo in ritardo nella sfida al cambiamento climatico? Dal rapporto emergono questi numeri, che inquadrano benissimo l'attuale situazione, e la fretta che dobbiamo avere per cambiare le cose, obbligatoriamente, nel corso di questo decennio.
1,5
L'obiettivo dei Governi mondiali, il più importante e fondamentale nella lotta al cambiamento climatico, è quello di mantenere l'aumento medio delle temperature della Terra entro, al massimo, un grado e mezzo rispetto all'era preindustriale, dunque la prima parte del 1800. Questo numero è stato studiato dalla scienza, e rappresenta una sfida enorme anche per le ambizioni governative: è il punto di partenza per ogni lotta contro il cambiamento del clima.
2025
2025 è l'anno, ossia tra meno di 24 mesi. In quel periodo, secondo la scienza, si dovrebbe raggiungere il picco dell'emissione di gas serra nella storia umana. Da quel "punto di svolta" in poi, le emissioni dovrebbero gradualmente diminuire. Anche questo obiettivo è molto ambizioso, dato che i Paesi in via di sviluppo (India soprattutto, ma ci mettiamo anche la Cina che è ormai un Paese sviluppato) fanno ancora larghissimo uso di combustibili fossili inquinanti.
2030
Il 2030 sarà una delle tappe intermedie della Commissione Europea. Infatti, raggiungere obiettivi a lungo termine è impensabile senza dei momenti di controllo, quando si fa il punto della situazione e si capisce se si sta andando bene o male rispetto al quadro generale. Nel 2030, nello specifico, con il programma Fit for 55, si sta provando a ridurre le emissioni serra del 55% rispetto al 1990 entro il 2030. Allo stato attuale delle cose sembra un obiettivo fantascientifico, ma come detto i prossimi anni saranno davvero cruciali.
2050
L'anno "finale" della lotta al cambiamento climatico. Nella speranza dell'Unione Europea, infatti, nel 2050 si dovrà raggiungere la neutralità climatica. Ovvero, il bilancio tra emissioni serra e assorbimento, che deve essere in pari. Proprio in questi giorni, l'Europa è scossa da un enorme dibattito sulle auto elettriche e sui carburanti sintetici, e su quale strategia sia negli attuare nel medio periodo (si parla di stop alla produzione di auto endotermiche entro il 2035, proposta accompagnata da molte proteste). Altre proposte sono state avanzate in ambito agricolo (carbon farming) ma anche industriale ed energetico.
10%
Questo numero rappresenta le quantità di anidride carbonica e di gas serra assorbite ogni anno dalle foreste presenti in Europa. Un numero considerevole e che può sicuramente fare la differenza, a patto che queste risorse non vengano solo aumentate in numero, ma anche gestite. Dunque, non solamente piantare alberi, ma effettuare controlli e "manutenzioni" sulle foreste già esistenti.
2400
Stando a un recente studio, questo numero corrisponde alle gigatonnellate di anidride carbonica prodotta dall'uomo nel periodo tra il 1850 e il 2019 (169 anni). Curioso però è leggere questi numeri: il 58% di queste emissioni si sono verificate entro il 1990, tutto il resto in questi ultimi 29 anni (se si conta il 2019 come data ultima presa in esame). Forse questo è uno dei dati che mostra più chiaramente l'urgenza che ci troviamo a combattere.
59
Sono le gigatonnellate di anidride carbonica emesse nel solo 2019. Un aumento del 12% rispetto al 2010, ma del 54% in più rispetto al 1990. Il problema sta accelerando, le emissioni aumentano. Serve una svolta netta, subito, o sarà troppo tardi. La Commissione Europea ha infatti sottolineato specialmente l'urgenza di alcune misure. Quello che faremo da qui al 2030 sarà fondamentale e influirà pesantemente sugli obiettivi del 2050.
79%
Il 79% di tutte le emissioni del 2019 proveniva da soli quattro settori: energia, industria, trasporti e costruzioni. In questi anni i miglioramenti tecnologici hanno permesso una diminuzione delle emissioni nei settori citati, tuttavia queste diminuzioni sono state ampiamente compensate dall'aumento dei consumi, dovuti all'aumento della popolazione mondiale e alla società capitalista.
3,6 miliardi
Le persone che vivono in luoghi poco sviluppati, stando ai dati raccolti dall'IPCC. L'aspetto preoccupante della questione è che, anche se sono i meno responsabili del cambiamenti climatico, saranno i primi a subirne le conseguenze più estreme, se non si farà qualcosa subito.
20
Il problema di fondo è far capire all'opinione pubblica che le politiche attive ora avranno effetti sul lungo periodo, a 20 anni dal loro inizio. Ecco perchè è così complicato far capire ai Governi la necessità di agire subito. Le campagne di informazione sui cambiamenti climatiche e le emissioni serra devono essere continue e massive, oltre a evoluzioni e strumenti per cambiare radicalmente il nostro stile di vita basato sul consumo di risorse.